Giorno del ricordo Condanna della mozione n. 29/23 febbraio 2021 del Consiglio regionale del Veneto
La legge n. 92 del 30 marzo 2004 «riconosce il 10 febbraio – anniversario della firma del trattato di pace del 1947 – quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».
Dopo un iter piuttosto travagliato, Il giorno del ricordo entra così a far parte del calendario civile del nostro paese, in una società dell’oblio nella quale abbiamo bisogno di mettere a valore la memoria. Senza dimenticare la storia. La costruzione di un sapere storico capace di leggere il passato nella sua complessità, di valutare i processi e i contesti nei quali gli eventi vanno collocati, di esaminare criticamente le politiche della memoria, i suoi usi e abusi strumentali è uno dei compiti fondamentali della scuola pubblica e di una educazione alla cittadinanza attiva come reale esercizio di autonomia di giudizio fondato anche sulla conoscenza del passato.
La mozione n. 29 approvata il 23 febbraio 2021 dal Consiglio regionale del Veneto (analoga alla mozione approvata nel 2019 dal Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia) che impegna la Giunta regionale a sospendere “ogni tipo di contributo a favore di tutte quelle associazioni che si macchiano di riduzionismo e/o di negazionismo nei confronti delle foibe e dell’esodo istriano fiumano e dalmata” con esplicito riferimento a “convegni di natura negazionista o riduzionista con la presenza di presunti storici, a cura principalmente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia con il sostegno, talvolta, di amministrazioni locali compiacenti e di partiti politici presenti in Parlamento, con il solo fine di sminuire o addirittura negare il dramma delle foibe e delle drammatiche vicende correlate” è invece un esempio di uso politico della storia, di attacco alla libertà della ricerca storica che nella elaborazione e nel confronto pubblico trova la sua ragione d’essere.
Riteniamo inaccettabile l’accusa di negazionismo, giustificazionismo e/o riduzionismo rivolta alle iniziative sul Giorno del ricordo a cura principalmente dell’Associazione Nazionale Partigiani con la presenza di “presunti storici” e che siano Istituzioni pubbliche ad esprimere giudizi di merito su questioni storiche. Conservare e rinnovare la memoria della tragedia delle foibe, dell’esodo e della più complessa vicenda del confine orientale, come vuole la legge, vuol dire anche non dimenticare le violenze del “fascismo di confine” in Venezia Giulia che, dal 1920 in poi, colpì le minoranze slovene e croate e gli oppositori politici italiani, l’aggressione dell’Italia fascista nei confronti della Jugoslavia, i crimini nella Zona d’operazioni del litorale adriatico (Operationszone Adriatisches Küstenland), occupata dai nazisti all’indomani dell’8 settembre del 1943, con la piena collaborazione dei fascisti italiani, complici o responsabili di innumerevoli delitti. Ricordare anche tutto questo non significa nel modo più assoluto sminuire la tragedia e la gravità degli eventi delle foibe e dell’esodo o ancora peggio negarne l’esistenza. Significa comprendere quegli eventi nella catena temporale e nel contesto di quel periodo. Il silenzio, l’omissione, la negazione di questi elementi rendono di fatto quegli stessi eventi incomprensibili.
La ricerca storica è dunque indispensabile e non può essere sostituita dalla politica; così come irrinunciabile è la funzione della scuola nella costruzione della cultura storica consapevole anche delle questioni del nostro recente passato e critica verso gli usi politici della memoria. Per queste ragioni nel condannare la mozione n. 29 della Regione del Veneto, esprimiamo la nostra solidarietà all’ANPI e a tutti gli storici, non solo italiani, impegnati nell’approfondimento dei temi connessi al Giorno del Ricordo.
Come associazione di docenti e ricercatori sulla didattica della storia ci impegniamo inoltre a promuovere anche nella scuola la conoscenza e la riflessione sui risultati della ricerca storiografica su questi temi, nella convinzione che la storia sia la migliore alleata della memoria. Soprattutto della memoria pubblica.
Clio ’92 – Associazione di insegnanti e ricercatori sulla didattica della storia