UN GRANDE LIBRO PER L’EDUCAZIONE STORICA. Flavia Marostica scrive di “Clio’92.Appunti per una storia”
“L’ignoranza del passato non solo nuoce alla conoscenza del presente, ma compromette, nel presente, l’azione medesima” (Marc Bloch)
Nel novembre 2018 sono state introdotte, in attuazione del Dlgs 62/2017, nuove modalità di svolgimento della prima prova scritta agli esami di stato conclusivi degli istituti superiori (Quadri di riferimento e griglie di valutazione allegati al DM 769/2018) in cui sono scomparse le 2 prove di argomento storico con la giustificazione che pochissimi le sceglievano. Immediate e numerose sono state le prese di posizioni di dissenso che con Documenti, Appelli, Manifesti rivendicavano il ruolo fondamentale della storia nell’educazione dei giovani ed è stato anche messo in evidenza che la percentuale dei giovani che negli anni hanno scelto di affrontare le due prove di storia non sono proprio pochi, anche se concentrati per lo più nella stesura di saggi/articoli (Marostica, Le competenze storiche e l’esame di Stato in «RIS» n.2/aprile 2019 e I numeri e la storia in «Scuola7» n.135/maggio 2019). Dopo un anno di discussioni il D.M. 1095 del 21.11.2019 e la CM 2197 del 25 novembre 2019 hanno previsto che almeno una delle tracce della tipologia B (analisi e produzione di un testo argomentativo) debba riguardare l’ambito storico.
Tuttavia resta urgente sia pensare ad una nuova periodizzazione dei curricoli di storia che individui le conoscenze significative (anche oltre il Novecento fino ad oggi) per superare le difficoltà a realizzarli effettivamente (come lamentano molti docenti), sia rivedere la formazione iniziale dei docenti di storia e la formazione in servizio alla quale provvedono come possono per ora quasi solo le Associazioni, pur diversamente presenti sul territorio nazionale.
Un interessante libro che ricostruisce alcuni aspetti della storia di un’associazione molto attiva in tante regioni risulta particolarmente utile per ripensare l’insegnamento/apprendimento della storia.
IL LIBRO: Clio ’92. Appunti per una storia (ottobre 2020)
I curatori (Editore Mnamon, Milano, pp.427) sono Ernesto Perillo, già ricercatore IRRSAE/IRRE Veneto, e Saura Rabuiti dottore di ricerca e già docente all’Università di Ferrara, entrambi nella redazione della rivista Il Bollettino di Clio; gli autori dei 63 testi sono ben 56 provenienti da ben 12 regioni (comprese Sicilia e Sardegna), anche se particolarmente numerosi da alcune (Marche, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna).
Il testo ha una breve ma bellissima introduzione Nel nome di Clio in cui viene descritta la genesi del libro che vuole tentare di ricostruire le tappe della storia dell’Associazione attraverso «un insieme di tessere che finiscono per comporre un mosaico che ha anch’esso una propria identità» e un avvio Il presente di Clio in cui viene presentato l’impegno attuale per individuare una nuova storia generale scolastica fatta da conoscenze significative per «insegnare meno per insegnare meglio», collegando didattica e storiografia.
Il libro, molto corposo, è diviso in tre parti (Clio prima di Clio, Historia rerum gestarum, Clio ’92: le storie) e presenta testi molto diversi tra loro anche se tutti legati da un filo comune. Nell’impossibilità di condensare l’enorme ricchezza messa a diposizione non si può che limitarsi a segnalare alcuni grandi temi affrontati: il contesto storico tra ricerca didattica e politiche scolastiche, i progetti nazionali di aggiornamento/formazione condotti, le iniziative in collaborazione con IRRSAE/IRRE (Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Marche), l’attenzione all’educazione al patrimonio culturale, i rapporti con l’Europa, la presentazione delle tantissime pubblicazioni prodotte, le molte storie di incontri personali, il modello di formazione e il modello di strutturazione dell’attività didattica messi a punto a proposito dei quali particolarmente interessanti risultano i passi che affrontano alcune questioni didattiche chiave come la ricchezza delle discipline (p.282), la mediazione didattica (p.115), la trasposizione didattica (p.88), le unità di apprendimento (p.88 e 349).
In paucis verbis: un libro tutto da leggere per imparare.
Il libro è stato presentato nel convegno online Clio Sapiens. Quale specie di storia insegnare? Proposte, temi, questioni (29 novembre 2020) con 4 relazioni di grande spessore: Antonio Brusa (Università di Bari) ha parlato di Colombo eroe o malfattore? Come la Scoperta dell’America è diventata una questione socialmente, politicamente e didatticamente sensibile; Luigi Cajani (Università La Sapienza Roma) di Didattica della storia e public history; Rolando Dondarini (Università di Bologna) di Proposta di un manifesto per la didattica della storia; Elisabetta Serafini (SIS Società Italiana delle Storiche e Università degli studi di Roma ‘Tor Vergata’) di Genere, storia, didattica: a che punto siamo?.
Le Conclusioni le ha tenute Ivo Mattozzi, Presidente dell’Associazione Clio ’92, già docente all’ Università di Bologna e ora della Libera Università di Bolzano. Partendo dall’esigenza di considerare i giovani come ‘apprendisti di storia’ per aiutarli ad essere capaci di pensarsi dentro la storia intesa come ricostruzione dei fatti al di là delle diverse interpretazioni e tenendo conto che il sapere storico si espande e si modifica di continuo, ha affermato l’importanza di insegnare loro la metodologia della storia affinché la imparino e sappiano leggere e capire le fonti, comprendano che siamo tutti figli del passato ma anche dentro il presente che va verso il futuro e tutti lasciamo delle tracce (legame passato presente futuro). Ha sottolineato anche che la storia o, meglio, le storie sono fatte da collettività di uomini e donne, che è importante rivalutare le storie marginali utili per capire il tutto ed è quindi necessario avere precisi criteri di selezione delle conoscenze significative per consentire ai giovani di capire il collegamento tra i fatti e acquisire un pensiero critico capace di pensare il mondo come un mondo storico.
FLAVIA MAROSTICA
in “Fare l’insegnante”, n. 5 maggio 2021 (p.g.c)