Atti Scuola Estiva di Arcevia 2021

Concerto per trio nella scuola-orchestra: Storia, Tecnologia, Scienze.

a cura di Enrica Dondero

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Per il XXVII anno, tra il 24 e il 27 agosto 2021, Arcevia è diventata luogo di studio, riflessione, condivisione fra docenti di Storia.

Consapevoli che sia necessario andare oltre la comprensione comune, superare la conoscenza rituale e convenzionale per cogliere la complessità dei fenomeni nella loro globalità, nelle quattro giornate dedicate alla Scuola Estiva del 2021 il confronto fra saperi è stato al centro dell’attenzione. La Storia, infatti,– dopo aver esplorato, nel passato, gli incroci con la geografia, la letteratura, la musica, l’arte e il patrimonio culturale -, si è posta in un nuovo crocevia nel tentativo di abbattere gli steccati che tradizionalmente la separano da discipline apparentemente lontane, come le Scienze e la Tecnologia. È stato necessario, quindi, scandagliare territori sconosciuti e nuove vie di accesso al sapere, instaurare imprevisti scenari di cooperazione culturale e scambi conoscitivi alla ricerca di interdipendenze e possibili connessioni.

Che cosa le discipline in gioco – Scienze e Tecnologia – possono aggiungere all’insegnamento della Storia? E come la Storia si può integrare con le Scienze e la Tecnologia per una migliore comprensione dei fenomeni?

L’immagine di Prometeo che si impossessa del fuoco e sottrae potere agli dei, proposta da Cristina Cocilovo nella prima giornata di lavori, rende bene l’idea di come le Scienze e la Tecnologia siano state i motori dello sviluppo umano in ogni campo. L’essere umano ha compiuto un salto produttivo ogni volta che ha superato uno stallo e ha raggiunto una soglia di maggiore efficienza e questo è avvenuto – sottolinea la ricercatrice – ricorrendo ogni volta a una fonte di energia più potente che ha dato impulso a una successiva fase di crescita tecnologica e culturale.

La Storia fornisce il suo contributo specifico: rende visibili i soggetti; mostra i processi sociali, culturali, economici, politici; contestualizza i fenomeni in quadri di civiltà; elabora le connessioni tra le esperienze che nel tempo si sono radicate e le strutture in cui i nostri mondi attuali sono pensati, anche perché sia possibile ri-pensarle e riscriverle.

Aiuta a usare con saggezza le Scienze e la Tecnologia, ricordandoci i problemi ambientali conseguenti all’agire umano, ma anche lo sfruttamento, la vulnerabilità di classe, le questioni di genere che i processi di innovazione hanno spesso lasciato nel loro cammino.

E ci invita a riflettere sul fatto che molta retorica internazionale, a seguito dell’affermazione scientifico-tecnologica dell’Occidente, in particolare dell’Europa, ha trasmesso un’idea di superiorità europea considerata come la società naturalmente più civilizzata e progressista per dominare, opprimere, disciplinare a livello globale.

Le discipline scientifico-tecnologiche – indicate anche con l’acronimo STEM – possono produrre un insieme chiave di competenze che sono oggi fondamentali per la comprensione di numerosissimi meccanismi alla base della vita civica e sociale; costituiscono la trama del futuro. Le Scienze sociali e umane, tuttavia, rappresentano l’ordito complementare, poiché catturano e interpretano la complessità dei problemi della società attuale, altamente interdipendente, contestualmente pluralista.

Perchè la Storia ha un ruolo importante nel crocevia con le STEM? Scrive Martha Nussbaum1 che la comprensione storica ed economica deve essere umanistica e critica per risultare utile alla formazione di cittadini del mondo consapevoli, capaci di formarsi delle idee e delle riflessioni critiche, di usare l’immaginazione e il pensiero in collegamento con l’esperienza, di guardare alla propria nazione come parte di un ordine mondiale complesso, di comprendere il proprio ambiente per poter partecipare alle scelte in relazione al futuro.

Con la forza di queste premesse, la ricerca di “Clio ‘92” ha incontrato quella dell’Associazione “Il Baobab, l’albero della ricerca”: spinti da curiosità epistemica come esigenza intellettuale, così come dal bisogno di dare risposte alle domande che l’insegnamento e l’apprendimento pongono, gruppi inediti formati da docenti e ricercatori delle due associazioni si sono ritrovati a esplorare territori sconosciuti, superando la natura artificiosa dei confini disciplinari. Ciascuno/a con la sua visione della didattica, con i modelli che formati nella propria storia professionale, cioè con le lenti che usa per osservare e comprendere la realtà. E con la disponibilità a mettersi in gioco e a collaborare. Si è aperto un dialogo epistemologico: un luogo dove elaborare modi di guardare la realtà e prefiguare strategie di intervento, dove si costruisce un nuovo rapporto con ciò che ci circonda, che è poi il nostro rapporto con il sapere.

La XXVII Scuola Estiva di Arcevia si è articolata, come da tradizione, in tre specifici momenti: una sessione plenaria di inquadramento generale delle questioni chiave; una sessione dedicata agli aspetti curricolari generali; una sessione laboratoriale, in cui le conoscenze e gli intrecci fra le discipline sono stati messi alla prova della didattica.

L’intervento di Ivo Mattozzi apre il cantiere di “Clio ’92” con alcune domande che sostengono l’architettura della ricerca: homo sapiens è homo tecnologicus? Quali sono le caratteristiche di homo tecnologicus? E come proporre le conoscenze per la formazione di alunni competenti?

La sua ampia riflessione dimostra che il progresso storico e l’evoluzione tecnologica non sono fenomeni distinti, ma si influenzano reciprocamente; per la sua rilevanza, quest’ultima, con le invenzioni e le innovazioni che la costituiscono, andrebbe posta nel curricolo a fondamento della cultura storica, dal momento che è alla base della vita sociale, economica, politica, artistica, culturale. Possiamo affermare – sostiene Mattozzi – che, a partire dal Paleolitico e in ogni periodo storico successivo, fino a oggi, processi di trasformazioni tecnologiche e scientifiche hanno trasformato il modo di vivere delle società e le relative istituzioni. Quale può essere il criterio per una significativa scelta curricolare, per evitare che la quantità di nozioni contrasti con la qualità degli apprendimenti? Ivo Mattozzi, propone, nella sua relazione, alcune convincenti risposte e suggerisce di porci le domande giuste per selezionare le conoscenze da proporre.

Quali sono i nodi di un sapere così articolato? I concetti fondanti disciplinari, quelle lenti cognitive che aprono alle costruzioni concettuali e a conoscenze generatrici di ulteriori sviluppi dei concetti fondanti, nonché alla comprensione di un testo storico o di fenomeni tecnologici e scientifici.

Un’ampia parte della sua relazione è dedicata a questo aspetto, con esemplificazioni e spiegazioni. Risulterà evidente, dal suo intervento, la necessità di cambiare il curricolo scolastico, mettendo a soqquadro le gerarchie tradizionali insite nella struttura narrativa della Storia generale, e di fornirne di nuove, strutturate a partire dall’incrocio di Tecnologia e Scienze. Per il docente di Storia, la crescita e la diffusione di scienza e tecnologia non costituiscano una minaccia, ma una risorsa per afferrare il senso delle sfide poste dalla complessità del presente e del futuro.

Tiziano Pera definisce lo spazio di ricerca per elaborare curricoli di qualità.

Alla base ci sono le fonti storiche, che suggeriscono una domanda-problema. Come accompagnare le alunne e gli alunni a formulare ipotesi per la soluzione? Grazie all’apporto dei nuclei fondanti delle discipline, sostenuti da opportune attività laboratoriali, si sviluppano nuove concettualizzazioni e nuove conoscenze che contribuiranno alla costruzione di risposte argomentate. I concetti che innervano le discipline prendono vita e rendono dinamico il sistema di apprendimento-insegnamento. Il suo saggio, arricchito da immagini, modelli concettuali, riferimenti sitografici mostra come anche i bambini della Scuola primaria possano avvicinarsi in modo interessante e intellettualmente stimolante a una concettualizzazione consapevole, approfondendo, contestualmente, i nuclei tematici di Costituzione, Sostenibilità ambientale e Cittadinanza digitale contemplati dall’Educazione civica.

Tiziano Pera propone, nella seconda parte del suo contributo, un sistema innovativo di valutazione dialogata, dinamica, evolutiva -, che fornirà un riscontro efficace in relazione al raggiungimento effettivo della competenza da parte delle alunne e degli alunni.

Entriamo ora nel merito del curricolo agito, con la presentazione di conoscenze esemplari a prova di interdisciplinarità.

Il passaggio dall’emersione delle preconoscenze all’elaborazione concettuale è efficacemente rappresentato da Marco Tibaldini e Nadia del Favero.

Il fuoco è Chimica, è Tecnologia; ma è anche Storia. È un processo nato in un passato lontano, che ha portato con sè implicazioni pratiche, produttive, culturali, religiose; ma è anche elemento costitutivo del presente, grazie al suo utilizzo in modi sempre nuovi.

I due relatori si muovono in una gamma ampia e significativa di concetti, nell’ambito dei quali il fuoco assume la funzione di mediatore didattico: si realizza nelle loro elaborazioni un percorso verticale in cui la qualità della didattica è esaltata da una metodologia attiva basata sul problem solving e dalla cura della relazione didattica che accompagna ogni fase dell’apprendimento.

Paola Palmini e Sara Galetta ci accompagnano nella scuola primaria: come realizzare un percorso significativo di apprendimento sull’evoluzione del pianeta Terra. A partire da resti fossili, un tema così complesso viene proposto già nella classe terza, con i concetti fondanti alla base dell’elaborazione cognitiva. Le due docenti mostrano come si possa predisporre una trama concettuale fondativa di concetti rilevanti sul piano formativo e, attraverso un percorso a spirale, l’integrazione tra le Scienze e la Storia arricchisce un curricolo per competenze. Ma soprattutto mostrano come docenti e alunni possano fare ricerca, giocando con curiosità con la natura.

Cristina Cocilovo interviene sul rapporto tra energia e civiltà: un percorso diacronico di Storia generale, trasversale fra Storia e Scienze, sostenuto da un approccio antropologico, per comprendere come le diverse fonti di energia hanno caratterizzato e trasformato nel tempo le civiltà: dal Paleolitico, alle civiltà agrarie, alle Rivoluzioni industriali, all’età dell’elettricità e dei carburanti…al futuro. Ogni periodo è esemplarmente rappresentato nel rapporto tra esseri umani e fonti d’energia.

La sua relazione mostra le sfide affrontate dall’uomo e i progressi delle civiltà grazie all’energia come agente attivo, ma anche i rischi e le controindicazioni per l’umanità e per l’ambiente.

Spunti di storia della tecnologia dei trasporti per la comprensione del prossimo futuro: è questo il tema affrontato da Patrizio Vignola. Una serie di artefatti ha punteggiato il cammino dell’umanità: artefatti tecnologici, sia materiali che immateriali, testimoni di un’ininterrotta ricerca di soluzioni ai problemi man mano affrontati. Quali concetti fondanti proporre agli alunni e alle alunne per renderli consapevoli di questi processi? Il relatore presenta alcuni percorsi orientati all’acquisizione di competenze tecnologiche e storiche per favorire la maturazione della coscienza critica relativa al sistema dei trasporti fin dai primi anni di formazione scolastica.

Museogiocando è una collezione di oltre 4500 oggetti ludici, che copre un arco di oltre due secoli di storia. Gianni Catella, appassionato ricercatore, nella sua relazione mostra quale sia la valenza pedagogica di questo particolare Museo, tratteggiando l’evoluzione della tecnologia fra ‘800 e ‘900, come la possiamo desumere dai giocattoli.

Tra elefantini di feltro, bambole con carillon, plastici ferroviari, modelli aerei e mezzi militari perfettamente riprodotti, ci si muove tra il secolo dei Lumi e gli attuali moduli informaticoingegneristici in cui l’hardware si coniuga col software, per guidare con fantasia e divertimento i ragazzi alla scoperta delle varie discipline scientifiche

La relazione di Maurizio Gusso e Giuseppina Cerrato ci fa riscoprire Primo Levi, delineando gli intrecci fra i suoi tre principali ruoli pubblici – testimone, scrittore e chimico – e facendoli emergere in alcuni racconti tratti da due sue opere: Il sistema periodico e La chiave a stella.

Lo studio di Gusso permette di risalire a nuclei fondanti di Storia che rinviano a campi semanticoconcettuali ampi e inclusivi sul piano interdisciplinare, particolarmente significativi per l’elaborazione del curricolo storico; ne sono esempi, fra i numerosi proposti, quelli di produzione, variabili di civiltà, storie settoriali; appare particolarmente interessante la concezione del lavoro e il significato che assume per Levi all’interno del Lager, ma anche nella sua vita, fra attività in fabbrica e professione di scrittore.

L’analisi di Gusso esplora in profondità le opere di Levi e fornisce un’ampia bibliografia dedicata. L’elaborazione di Cerrato ci introduce ai concetti fondanti di Chimica che possiamo proporre alle studentesse e agli studenti attraverso gli stessi racconti: Matergia innanzitutto, ma anche Ipotesi/Modello e Sistema/Ambiente, Forma/Funzione e Spazio/Tempo. Quest’ultima coppia possiede, peraltro, una forte potenzialità di integrazione fra le discipline Storia e Chimica.

I riferimenti alla Chimica presenti nei racconti di Levi vengono assunti da Giuseppina Cerrato con una chiara prospettiva didattica, evidenziando le declinazioni possibili nell’ambito di una didattica per competenze in base alle esigenze dei vari ordini scolastici. Viene sottolineata anche la valenza formativa di una valutazione dialogata, con un esempio di profilo delle competenze ottenuto tramite questo tipo di valutazione.

La terza sessione della Scuola Estiva di Arcevia è dedicata ai laboratori, i luoghi, cioè, in cui le conoscenze e gli intrecci fra le discipline vengono messi alla prova della didattica agita. In tale sede, i ricercatori e i docenti intervenuti portano il loro contributo dato dalle personali biblioteche di saperi e di pratiche. Questa è una delle caratteristiche dell’esperienza che si rinnova ogni anno: Arcevia è un luogo dove la conoscenza didattica nasce grazie alla partecipazione, alla costruzione di una mente collettiva, di tante menti collettive che riflettono su un problema di ricerca, avvalendosi delle differenze e delle specificità individuali e costruendo una visione più complessa, una trama frutto di tanti punti di osservazione, di opinioni e approcci differenti che si coniugano in nuove connessioni.

Non è mai troppo presto per iniziare. Luciana Coltri, Maria Gabriella Vergani e Ornella Mandelli ci mostrano come i primi passi verso gli intrecci di discipline possano essere mossi già dalla Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo, utilizzando oggetti di uso quotidiano come tracce per avviare ai concetti fondanti e per costruire conoscenze.

Attraverso l’esperienza diretta, la manipolazione, il gioco, la narrazione, si predispongono occasioni privilegiate di apprendimento, che saranno successivamente sviluppate in conoscenze teoriche, storiche, tecnologiche e scientifiche, avendo i concetti fondanti come filo conduttore. Questo avviene in modo efficace se le attività sono generate da copioni, procedure che strutturano le rappresentazioni mentali.

Paola Palmini e Sara Galetta trasferiscono sul piano laboratoriale la loro ricerca in merito all’insegnamento dell’evoluzione della Terra, realizzando un processo di insegnamento/apprendimento fondato sui concetti fondanti in Storia e in Scienze che, nel testo inserito fra gli Atti, viene illustrato in modo dettagliato nelle sue varie fasi.

Il gruppo elabora un percorso modulato su strategie didattiche utili a facilitare l’acquisizione di conoscenze e operazioni cognitive per la costruzione dei concetti e per far cogliere l’interconnessione tra l’azione dei gruppi umani e lo stato del pianeta.

Nel laboratorio sono stati sperimentati, attraverso attività pratiche, molti punti di contatto e di scambio fra la Storia e le Scienze e si è realizzato un progetto realmente interdisciplinare sulla Storia della Terra e l’evoluzione dei viventi, con il contributo delle discipline, integrate fra di loro.

Un altro laboratorio per la scuola primaria è quello relativo alla Tecnologia riferita all’evoluzione dei mezzi di trasporto e all’impatto che questi hanno avuto sulla storia dei gruppi umani del passato e del presente e che avranno per quelli del futuro.

Maria Rosa Ritonnale e Patrizio Vignola propongono diverse didattiche, in particolare i copioni, i quadri di civiltà, i processi di trasformazione e la ricerca storico-didattica per costruire nuclei di conoscenze organizzate sull’argomento: dalla biografia di un oggetto alle conoscenze storiche e tecnologiche.

Al centro dell’attenzione la ruota e la sua evoluzione nel tempo con l’obiettivo di formare differenti concetti di Storia (fra i quali quelli di tempo, società, economia, tecnologia) e di Tecnologia: forma/funzione, problema/soluzione, controllo/retroazione, tecnica/tecnologia.

Il laboratorio si avvale di schede di reazione e scale di valutazione e vede, come compito autentico finale, l’ideazione di un mezzo di trasporto del futuro e le regole etiche di utilizzo.

Le miniere del Parco Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna sono lo scenario del laboratorio condotto da Ciro Elio Junior Saltarelli, Luca Bellucci e Antonina Gambaccini. In questo straordinario contesto, infatti, si è realizzata la collaborazione fra Parco, CNR e Università di Bologna, Associazione “Clio’92”; il risultato è una serie di percorsi e proposte didattiche interdisciplinari che vengono proposti nel laboratorio ai docenti iscritti allo scopo di valorizzare e far conoscere il patrimonio archeo-industriale, storico e culturale. I docenti hanno potuto effettuare una visita guidata, sulla quale si sono innestate due sessioni di lavoro: una storico-narrativa, l’altra scientifico-geologica. Il laboratorio è stato potenziato dall’uso di Mod BetterGeo, una personalizzazione della grafica e delle funzioni del popolarissimo videogioco Minecraft sviluppata dal Servizio Geologico Svedese, allo scopo di fornire ai giocatori un’ambientazione più realistica dal punto di vista geologico, che si è rivelato efficace per affrontare argomenti quali lo sfruttamento delle materie prime, l’economia circolare e lo sviluppo sostenibile. Nella condivisione finale è stato possibile definire una proposta didattica articolata sulla tematica dello zolfo tra passato e presente.

Il laboratorio di Claudia Gianolio e Carla Cogliati è dedicato ai prodotti ceramici nella storia di due civiltà meno conosciute e meno studiate nelle scuole, quelle dei Taurini e dei Golasecchiani. La scelta è dovuta all’opportunità di porre attenzione alla dimensione della Storia locale, ma è anche motivata alla necessità di introdurre gli alunni e le alunne ad una conoscenza storica maggiormente rispettosa delle differenze culturali, sociali e politiche dei popoli antichi presentati. La proposta delle due docenti, tuttavia, può essere un modello applicabile ad altri percorsi didattici su altre popolazioni, in relazione alla propria realtà territoriale. Al centro dell’attenzione il concetto fondante Tracce, che si sviluppa in un laboratorio interdisciplinare illustrato dettagliatamente, fase per fase, fino alla realizzazione di Quadri di civiltà.

Le tecnologie per l’utilizzo dell’acqua: Maria Teresa Rabitti, Daniela Lanfranco e Giorgia Giusti ci accompagnano nel mondo degli acquedotti oggi e nel passato, in particolare nell’età romana. L’evoluzione di tali tecnologie, in effetti, ha prodotto importanti trasformazioni sociali, politiche, economiche nella vita degli uomini e delle società in ogni parte del mondo. Partendo da tale presupposto, l’obiettivo del laboratorio è quello di favorire la riflessione su aspetti di Storia generale e conoscenze fondamentali che aiutino a comprendere il mondo attuale e le grandi trasformazioni che hanno determinato la fisionomia del presente, superando le periodizzazioni convenzionali e i temi tradizionali politico-istituzionali. L’interdisciplinarità ha permesso di creare nelle alunne e negli alunni concetti fondanti storici, scientifici e tecnologici. Sono proposte nel dettaglio una programmazione relativa al mondo romano e una riguardante la Prima Rivoluzione Industriale.

La proposta laboratoriale di Cristina Cocilovo e Claudio Vicari mette a fuoco lo specifico aspetto della trasformazione di energia cinetica, dovuta a salti d’acqua, in energia idroelettrica. È molto stretto il rapporto con i goals dell’Agenda 2030 e con l’obiettivo della sostenibilità, fondante per l’Educazione civica.

La costruzione di una centrale idroelettrica che sfrutta salti d’acqua del fiume Dora, presso il ponte Emanuele Filiberto a Torino, è lo spunto che innesca l’interdisciplinarità fra Geostoria, Tecnologia e Scienze per un progetto destinato alla classe 3a di scuola secondaria di primo grado. Il laboratorio può essere un modello di riferimento per altre situazioni analoghe, importante anche perchè sollecita un’attenzione ecologica al territorio vissuto dagli studenti, per scoprirlo grazie a un percorso di ricerca e divenirne custodi responsabili; aiuta a scoprire fatti storici per comprendere vicende riferite all’ambito locale, ma anche altre di carattere generale.

Il resoconto del laboratorio condotto da Giuseppina Cerrato e Maurizio Gusso restituisce in modo puntuale la complessa e articolata riflessione in merito ai lavori su “Chimica e tecnologia, storia e letteratura nelle due opere di Primo Levi: Il sistema periodico (1975) e La chiave a stella (1978). La lettura e l’analisi di due racconti – Cromo e Carbonio – fa emergere, innanzitutto, elementi storici e biografici dell’autore, in riferimento al periodo successivo al rientro a Torino, dopo la deportazione. I coordinatori, a partire da diverse coppie di concetti fondanti, guidano il gruppo a rilevare numerose e ricche applicazioni didattiche in riferimento all’analisi narratologica, sul piano dell’intratestualità, dell’intertestualità e della contestualizzazione. Vengono individuati nell’ambito della Chimica i rimandi ad alcuni degli specifici concetti fondanti di Scienze e i pre-requisiti necessari agli allievi per poter affrontare la lettura dei due racconti, che forniscono anche opportunità didattiche per il curricolo di Tecnologia.

In conclusione, la XXVII edizione della Scuola Estiva di Arcevia ha confermato le ragioni educative e didattiche di una formazione che superi la natura artificiosa dei confini disciplinari o, se si vuole, che configuri la natura ultradisciplinare della realtà. E questo può avvenire solo attraverso il rinnovamento del sistema di conoscenze storiche da insegnare.

In questa prima fase di studio e trasposizione didattica dei concetti fondanti della disciplina, si sono affermate varie prospettive molto arricchenti nei confronti della disciplina storica: come individuare concetti fondanti disciplinari; come elaborare una periodizzazione e un curricolo a partire da incroci con le discipline scientifiche e tecnologiche; come gli strumenti conoscitivi e concettuali di più discipline siano necessari per osservare un fenomeno nella sua complessità e, nello stesso tempo, come un tema significativo della disciplina – l’alimentazione, le guerre, il colonialismo, la rivoluzioni industriali – richieda strumenti plurimi per essere compreso; come differenti concettualizzazioni, infine, possano fornire strumenti di analisi e ricerca storiografica.

Alcuni interventi hanno promosso un’analisi che tocca gli obiettivi dell’Agenda 2030 e implementa i percorsi di Educazione civica. Altre hanno confermato l’attenzione al rapporto fra Storia e futuro.

È fortemente emerso come la complessità del reale e i relativi fenomeni scientifici e tecnologici possano essere proposti a tutte le età scolari, anche agli alunni e alle alunne della prima scuola, se proposto con saggezza didattica.

Sul piano propriamente interdisciplinare, l’intersezione che risulta dalla contaminazione fra le tre discipline considerate è risultata diversamente configurata: ponendo al centro uno specifico fenomeno oggetto di analisi oppure operazioni cognitive o abilità trasversali; con la costruzione di una trama concettuale integrata; con l’interazione di linguaggi e strumenti concettuali di due discipline per elaborare qualcosa di nuovo e di diverso. Infine, si è confermata la potenzialità dell’intreccio fra discipline differenti nel fornire un innesco di nuove conoscenze, se coniugate con un adeguato formato didattico, come quello dei copioni, o dei quadri di civiltà o dei processi di trasformazione.

In modo maggiormente diffuso rispetto a precedenti edizioni della Scuola Estiva, quest’anno le tematiche di studio hanno spesso incrociato elementi di Didattica generale, come la valutazione o la didattica per competenze, costruendo cornici di riferimento più innovative e ampie.

L’analisi di quanto accaduto ad Arcevia non può prescindere dall’individuazione di alcuni aspetti che necessariamente andranno maggiormente approfonditi.

I “concetti fondanti” e il loro potenziale per la formazione storica sono in fase di studio per quanto riguarda “Clio ’92”; si dovrà andare oltre la loro assunzione per capire come e quanto tali strumenti siano rilevanti per una migliore comprensione della realtà: quali sono i concetti fondanti indispensabili per la formazione storica? Come definirli esattamente? Quali procedure, metodi, operazioni cognitive li istituiscono o si correlano efficacemente?

In questa direzione si dovrà muovere l’Associazione, nella definizione dell’impianto di ricerca del prossimo futuro.

Un primo bilancio, – come si è visto e si vedrà meglio leggendo nel dettaglio i testi dei relatori e dei coordinatori di laboratorio – dimostra che attraverso gli incroci e le integrazioni tra i saperi la conoscenza si espande.

Ciò conferma l’esigenza, chiaramente espressa nelle parole di Ivo Mattozzi, di essere coraggiosi nella didattica: abbandonare le vie già percorse che non portano a risultati soddisfacenti, che non migliorano l’apprendimento e la capacità di ragionamento e non fanno appassionare le alunne e gli alunni alla Storia; abbattere le gerarchie fra le discipline e nella stessa disciplina storica per scoprire nuove prospettive; abbracciare l’innovazione, se sostenuta da un chiaro impianto epistemologico e da un disegno di ricerca capace di coniugare strategie operative, analisi empiriche e rigore concettuale; accogliere la pervasività del pensiero, che nel suo procedere non può fermarsi di fronte a barriere di qualsiasi tipo, in particolare di quelle erette a protezione di conoscenze e metodologie stereotipate.

1 Nussbaum M. (2014), Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica, Bologna, Il Mulino, p. 109.

 

Indice

Introduzione

Enrica Dondero

PRIMA PARTE

Questioni generali e fondamentali

L’incrocio tra Storia/Tecnologia/Scienze per la formazione di alunni competenti in storia

Ivo Mattozzi

Scienze, Tecnologia e Storia: uno sguardo aperto con esempi d’aula

Tiziano Pera

SECONDA PARTE

Conoscenze esemplari a prova di interdisciplinarità

Il fuoco: un percorso verticale tra Storia, Scienze e Tecnologia

Marco Tibaldini e Nadia del Favero

La storia della Terra. L’evoluzione del pianeta insegnata in Storia e in Scienze.

Un percorso condiviso intorno ai concetti fondanti delle due discipline

Paola Palmini e Sara Galetta

Energia e civiltà

Cristina Cocilovo

Spunti di storia della tecnologia dei trasporti per la comprensione del prossimo futuro

Patrizio Vignola

I giocattoli e la tecnologia nella storia dell’Ottocento e del Novecento

Gianni Catella

Chimica e tecnologia nella vita e nelle opere di Primo Levi

Un approccio storico-letterario

Maurizio Gusso

Un approccio scientifico-tecnologico

Giuseppina Cerrato

TERZA PARTE

I laboratori: proposte di applicazione didattica

Gli oggetti di uso quotidiano come tracce per avviare ai concetti fondanti e per costruire conoscenze

Luciana Coltri, Ornella Mandelli e M. Gabriella Vergani

L’evoluzione e la storia della Terra insegnata in modo interdisciplinare

Paola Palmini e Sara Galetta

Dalla biografia di un oggetto alle conoscenze storiche e tecnologiche

Laboratorio di Storia

Maria Rosa Ritonnale

Laboratorio di Tecnologia

Patrizio Vignola

 

Le miniere di zolfo come caleidoscopio disciplinare

Ciro Elio Junior Saltarelli, Luca Bellucci e Antonina Gambaccini

I prodotti ceramici nella storia delle civiltà

Claudia Gianolio e Carla Cogliati

 

Le tecnologie per l’utilizzo dell’acqua oggi e nel passato.

L’età romana e gli acquedotti

M. Teresa Rabitti e Giorgia Giusti

La trasformazione dell’energia, tra Storia e Tecnologia: l’esempio di una centrale idroelettrica

Cristina Cocilovo e Claudio Vicari

 

Chimica e tecnologia, storia e letteratura in due opere di Primo Levi: Il sistema periodico (1975) e La chiave a stella (1978)

Maurizio Gusso e Giuseppina Cerrato

Le Autrici, gli Autori